domenica 30 marzo 2008

Fermo così?


giovedì 27 marzo 2008

Questione essenziale

Una parte del tutto racconta una vita intera. Ed ogni intero è relativo. Eccolo, a portata di mano: lo sguardo fiero di una persona importante e difficile. Quella volta la lampadina nel garage la ruppi proprio io. Negai fino a sera. Non era la severità che mi preoccupava. Ho sempre dovuto reggere la parte dell’impeccabile ed in fondo non è mai stata la parte più pesante. Se mi bastava dire seria un no, non era evidentemente la parte più pesante. Questo è tutto.
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mercoledì 26 marzo 2008

Rimesse

La potatura degli ulivi mi ricorda mio zio come niente altro. E con sé l’azione di raccogliere il tolto e buttarlo via, bruciarlo il più delle volte. E’ il modo con cui ho imparato a togliere tracce ingombranti, così che ogni possibile segno tangibile non ci fosse più. Impossibile non usare nulla di tranciante. Anche (soprattutto) il nulla, di fatto, è tranciante.
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venerdì 21 marzo 2008

Latente

Tetti spioventi e finestre squadrate, trecce che guardano ed occhi che aspettano. Il gatto è l’unico a gradire e gli altri son tutti assorti nei loro pensieri solitari, conservati per bene nei comparti stagni. Si direbbe che le parole abbiano un loro preciso significato e bastino per dire tutto, ma i gesti son pur sempre significanti. Perfino gli oggetti parlano, a volte. Un vinile, un piatto ed una puntina, in un estivo tardo pomeriggio, dicono che se vado via di qua non so quando tornerò. Nemmeno fanno in tempo a riferire di un paio d’ali e di una fiamma, che subito si corre a tappargli la bocca, o quel che è.
Le parole basterebbero, ma non sono mai abbastanza.
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Di costanti nel continuo

Certe cose sembrano immutabili. Stabilite a priori. Come se non ci fosse altra via razionalmente immaginabile. O, per lo meno, verosimilmente. Il nodo è stretto e talmente spesso da non riuscire ad avere la meglio nemmeno con un paio di forbici. Posso nasconderlo. Ok, lo ripongo tra le pagine arancioni di scienze del sussidiario. La trovata è tanto rassicurante quanto inutile. Continuerò per molto tempo a raccontarmi delle favole, credo. Il nodo resterà ingombrante e per niente invisibile, lì, accanto alle leve. Così come, in alto a destra, sul cartellone della U, ci sarà sempre un grappolo di uva gialla.
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giovedì 20 marzo 2008

Mentite spoglie

Quella volta lo scrisse proprio a chiare lettere e ad immagini nitide, ma non proprio chiare per la verità. Il tono solenne e la fanfara gravosa sembravano annunciare tristi presagi. Campane a morto si materializzavano nel sottofondo come per un qualche incantesimo, quasi ad inganno. A chi vociferava fosse solo frastornato asseriva austeri occultismi e preoccupanti chiaroveggenze.
Quanto ci si prende ridicolamente sul serio. L’alone di mistero aiuta solo i meno audaci ed il sasso lo si può pur lanciare il più lontano possibile, ma la mano, a dispetto del padrone, finirà per raccontarlo a tutti che è stata proprio lei. Di ossequioso rimangono solo gli sghignazzamenti ed il presidente della repubblica, eletto a suffragio tutto personale, non riesce proprio a salvarla, la faccia.
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Idrovoro

Un chiodo fisso comincia a far ruggine. La perdita d’acqua non aiuta e le infiltrazioni inondano tutte le vulnerabilità. Ho l’impressione che il muro di cui ti parlai tempo fa non lo ricordi più. Nel dubbio cerco di aiutarti, era un discorso sullo scarno e sui riempimenti. Il particolare preponderante in questo caso sono i fiori sul terrazzo del palazzo di fronte. Sfocati. Aveva piovuto forse. Oppure no. Tutta colpa del vetro umido che filtrava tutto il resto, quasi tutto lo scibile. La cosa certa è che l’acqua c’era, o fuori o dentro. Sempre acqua. E sempre blu.
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domenica 16 marzo 2008

Tutto quello che prima era fermo ora è blu

La mia natura

Già, non sono più dov’ero e non sono dove sarò. Ed insieme, nuove conquiste. Ora, da qui, riesco a distinguere un pomodoro, un orto e un pezzo d’Africa. Per molto tempo il mio impiego preferito è stato imparare a memoria i nomi degli altri, associare ad un suono un volto, o almeno un colore. I denti arrivavano in silenzio ed in silenzio ripartivano. Altri tipi di suoni, alti, li riservavo. Una volta, quasi due, il suono così acuto è stato soffocato, piano ma inesorabilmente. Provengo pur sempre da un solo luogo che, per quanto mi direzioni, rimane immutabile.
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sabato 15 marzo 2008

Quasi 60

Un incontro fortuito, nel tragitto per tornare. A ripensarci vedo tutto dall’alto, come se volassi, senza aver mai imparato. Per il resto tutto uguale: i colori, le forme, gli odori. Perfino il rumore dei piatti che esce dalle finestre aperte è rimasto tale. Sarebbe meglio fermarsi, ma si rallenta solamente. Non chiedo altro per il momento, ma non ti rilassare. Cos’è tutta questa meraviglia? Le angolazioni non cambiano il fuoco, e l’osservatore non deve distrarsi.
Lo sapeva. Lo dimenticò. Oppure si fidò, ma non del suo istinto.
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martedì 11 marzo 2008

Luccichini!


lunedì 10 marzo 2008

Tarlo

Diceva d’improvviso lei sorrise. Bastarono tovaglie di plastica ed un po’ di fumo per dimenticare capelli biondi ed occhi verdi. Cosa ti ha colpito? Un biglietto sotto il tergicristallo ed un altro nella buca delle lettere. Segni. Che strano fenomeno: tutto d’un tratto, ciò che prima era estraneo diventa solo nuovo ed il resto non è altro che tè freddo la mattina presto. L’inizio non concepisce l’indifferenza ed il principio muove tutte le cose.
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giovedì 6 marzo 2008

Fervore

Il brivido disatteso, l’istinto in disuso, l’imminenza degli eventi ed il non sottrarsi. E strascichi lontani, sentiti contratti, indomiti e voluti, e diluvi di comparse ognun per sé. Concessioni fidate di velleità, celate tra ricci di mare e statue di cartongesso. Come fossero corde tese, dispieghi i rami, dai alla luce questioni principali, di principio, argomenti idee e visioni. Tra sollievo e trepidità, tutti i muscoli in tensione. Sospesa.
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martedì 4 marzo 2008

Trascorsi

L’approccio sistemico è un atrio ombroso. La storia economica è sempre di mattina. La geografia economica è un obiettivo umano. L’organizzazione aziendale è frustrazione senile. La politica economica è entusiasmo incisivo. La microeconomia è insonnia. Il diritto commerciale non rende giustizia all’agricoltura. La demografia è un’aula affollata. Le scienze giuridiche sono proprietà, possesso e detenzione. La finanza internazionale è intensità appassionante. La ragioneria cementa le menti.
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Incipit

Hai un bel karma. Dove ti ho già vista? Signorina che fa, lei non si ferma? 34… Chiamami. Marco. Vieni spesso qui al parco? Ciao! Ti ricordi al campeggio? Comunque dai, a te la multa non la faccio. Ti dispiace se mi siedo qui? Signorina, si ricordi che ha un debito nei miei confronti. Ti posso accompagnare? E così, sei dei pesci anche tu.
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domenica 2 marzo 2008

Cinque sensi

Applausi a non finire, col solo effetto dei movimenti convulsi delle mani. Afoni. A scena chiusa, dice a tutti la maschera di sala nascondendo il ghigno, subdola. Spettatori cinici, puntuali ad ogni spettacolo solo perché bramosi di velluto sotto i polpastrelli o di ebano dentro le narici. Il protagonista si guarda intorno tutto fiero, eppure si vocifera tra i paganti che ci senta più che bene. Si autoproclama innovatore di mezzi, lo ripete di continuo masticando chiodi di garofano e ci spende tutte le energie mentre un geco gli lecca via la vista. I mezzi sono solo suoi, senza utilità alcuna. Tristemente è rimasto l’unico a non vederlo ancora.
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