domenica 31 agosto 2008

Altro

A volte mi capita di passare davanti casa sua. Guardo verso la finestra della sua camera e spero di non vedere la luce accesa, allorché tiro un sospiro di sollievo. La mia ragione arriva quasi dappertutto, ma non lì. Conosco a memoria ogni angolo di quella casa, ogni stanza era un rifugio, ma in fin dei conti non sento nostalgie né rivendicazioni. E' altro. Viene da lontano. E' un’idea strana, forse di privazione, ma rotonda e piena, rossa e nera. 20 anni fa, una sera d’estate, camminavo con mia madre, mia sorella e mia nonna, andavamo da una vicina; ad un certo punto mi voltai e vidi mia sorella sotto braccio a mia nonna. Sono una viziata.
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Piuma

Gli attendenti sono fermi al varco ad aspettare, attenti, un cenno. Li guardo senza farglielo notare e prendo tempo, e ne ho da comprare. C’è altro. Quando ti stancherai di me, dammi in dono ad un impiegato d’ordine, mi farei più piccola di una formica, passerei in silenzio tra la fila e me ne andrei a Timbuctu. Il pensiero resterebbe certo al punto di partenza, ma lo respireresti solo come respiri l’aria, e cosa c’è di più sollevante di un fastidio impercepibile. E poi, zitto zitto, tornerebbe da me.
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sabato 30 agosto 2008

Documentario

La mia sacca è piena di strumenti strani, creati apposta per (in)quadrare, forniti da maestri abili, che in mano diventano lenti colorate e bolle di sapone attraverso cui guardare. Ne estraggo uno a caso, che tutti portano allo stesso risultato per finalità originaria. Un bilancio. E’ color del cemento armato e mi rende un consuntivo: l’estate ha portato in dono delle rime, estratte da un cappello da mago. Non so come siano le falangi delle sue dita quando la mano è tesa, oppure quando è raggruppata in fase di scrittura. So solo che ha un’ombra di matita. Il senso è anche il mio.
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Così

venerdì 29 agosto 2008

Essere in testa

Nella città più popolosa si produce tanto ed i puristi (ora dei fiori) sono diventati i nuovi profeti. Gli albatri hanno lasciato l’origine del sole con i becchi pieni di plastica. Proprio così, hanno riempito la bocche di parole di plastica e le hanno sputate nei grandi laghi. In tutto il mondo c’è qualcuno che aspetta di vederli, anche in differita, e loro lo sanno bene. La storia del mercante che regala perle non regge più oggi, tutti contano e sottraggono e io ho due perle negli occhi. Gli albatri torneranno in appendice, loro malgrado, senza riuscire a fare a meno del moderno imperatore.
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martedì 26 agosto 2008

Brividi

Frida è una donna, ha occhi chiari e scarpe nuove. Cerca le chiavi di casa nella buca della talpa mentre un coniglio le intima di non guardare. Dopotutto sfama la bocca della familiarità, lei si fida ciecamente e spera in altri appigli. Nel campo arato di fresco, accanto alla strada sterrata, gli arieti guardano fissi la luce della finestra dell’ultimo piano e non hanno muri da sfondare. Tutto silenzio. Stasera ho avuto la pelle d’oca.
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lunedì 25 agosto 2008

Invenzione

Tra le tante cose passate in rassegna negli anni, c’è una certa dottrina che in un verso o nell’altro non mi lascia mai in pace. E’ quella in forza della quale alcune azioni sono tutto fuorché immotivate, e per cui la forza scatenante, senza giri di parole, è sempre la stessa. La gitana, che non indossa altro che pantaloni, ha finito il suo ballo nel buio dei suoi meriti, e la moneta che portava con sé adesso mostra sempre solo la stessa faccia. L’altra metà dei pensieri l’ha lasciata in un paio di scarpe bianche senza lacci, che, per quanto vorrebbe, non si addicono più alla sua età. Ha perso l’ultimo riscatto offerto ed il prossimo treno non è di certo di quelli a vapore. Ha deluso, sfoggiando sempre lo stesso sorriso.
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domenica 24 agosto 2008

Coscienze

Un possesso esclusivo non elimina i pericoli. Mi si chiese la differenza tra proprietà, possesso e detenzione e non avevo ancora la minima idea di cosa fosse la non serenità. Forse pensavo a questo, mentre due occhialuti mi paravano davanti un quadro non molto attraente. C’era un pensionato che arrivava su una panchina e ci trovava abbandonato il quotidiano del giorno prima. Ma che soggetto è? Non si possono deturpare così i particolari. Credono ancora di aver parlato con me.
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Se, ma, però

Parlava, annuivo e pensavo ad altro. Il minuzioso racconto sul locale multipiano e sovraffollato era interessante quanto la descrizione del letargo di una marmotta. Le mie braccia erano su un terrazzo in centro città, ma i miei occhi erano su un certo pontile, con certi lumi, una certa musica, un certo cuore. Niente al caso. E subito dopo un ripostiglio aperto in alto, una combustione di flotte in dubbi ed un laccio pacifico e impicciato.
Il fuori dal comune non ammette termini di paragone.
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venerdì 22 agosto 2008

Ci sono io

Mi si accenna di un certo evento ma non so bene cosa sia accaduto. Non ho il coraggio di chiedere, per pudore e per discrezione, ma l’indugiare sul passo lungo mi fa venire il dubbio che forse dovrei. Non per curiosità, le mie son altre, né per bramosia, ma per donare una scatola in cui poter restare. Il concetto di utilità è al centro dei miei studi. Quella marginale ha significato del tutto contrario a quello supponibile.
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giovedì 21 agosto 2008

Una primogenita

La pioggia dell’inverno è lontana e le chiavi appese al muro non ci sono più. Ti chiamava da fuori la porta per ricordarti che una figlia si lascia cullare da sola, tu ci credevi quel poco che basta. La voce che rimbomba per le scale pare aver cambiato il colore dell’intonaco, da quel dì. Eppure non piove. Di nuvole ce ne sono da un po’, ma parlano solo di un tempo che non c’è più e di un certo tepore. E di una strada per tornare mangiata in un sol colpo un lunedì mattina.
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martedì 19 agosto 2008

Sviluppi III

Ho abbandonato l’idea di una partenza da più di qualche giorno ormai. Non c’ho mai creduto io, per convinzione più che per timore, con qualche residuo nel setaccio. Già, il cercare altrove un certo senso. Cercare in un luogo una misura che non conosce luogo, che non ha domicilio, né tanto meno dimora abituale. Allora, seduta su quel pavimento, coloro due ali sul muro, sotto la foto tenuta a mente dalla puntina. Di spalle a ciò che è altro dal muro non vedo chi passa e se ne va. Chi è in perenne partenza. I tempi del bianco sono lontani, non trattengo e non disegno più. Coloro e presto matite a chi mi racconta di non averne.
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lunedì 18 agosto 2008

La mia eredità

La filastrocca su chi aveva fame e non rubava aveva il colore del blu e l’odore della polvere dello zucchero a velo. Guardavo dritta avanti verso la porta alla fine del lungo corridoio e le tenevo la mano. “Aiutami tu che io non ce la faccio”. Una retta continua, da tanto affetto per farmi sentire importante a tanto insospettabile senso di responsabilità. Allungavo il braccio e facevo presa mettendo tutta la forza che avevo in corpo, come se a tre anni avessi dovuto tenere io il mondo per aria al punto giusto. Il famoso bastone di cui si straparla lo faceva il comò a metà strada, io ero molto di più. Sono molto di più.
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Bollettino

Un masso di marmo di Carrara. Ecco cosa mi viene in mente pensando ad una cosa così pensante e così ostruente. Che di un pensiero di farci la campana sopra col gesso, senza pensare alle conseguenze, neanche l’ombra. Può anche essere piacevole, può farmi sentir dire “beata te”, può farmi dire “guarda qua”, ma che sia ingombrante è innegabile. Ecco, a periodi prevale il “è piacevole” a periodi prevale il “è ingombrante”. Si dà il caso che adesso prevalga l’ingombro e non so quando e se cambierà il vento. E nemmeno mi va spenderci tempo. Pubblico avviso ai paganti e libero arbitrio agli estemporanei.
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sabato 16 agosto 2008

(...)

martedì 12 agosto 2008

Un dono

Uso modi di dire solo per convenzione altrui, onorando il fine primo dell’espressione. Quindi mi rivolgo ora a buon intenditor, appunto. Cosa rara, se non unica, qui, dove alcuni più volte hanno cercato vele ammainate o bandiere issate, senza trovare nient’altro che accenni di rande. Voglio invece adesso essere diretta, a qualcuno in particolare, ma per inteso, non chiaramente. Per una volta trasformare un fine, questo, che non è mai stato altro, in un mezzo.
Ero ferma tra un lago, un bosco, una landa e una porta e non avevo nessuna intenzione di muovermi. Avevo deciso di sedermi ed aspettare, senza chiedermi né cosa né chi, e per assurdo senza aspettare nulla e nessuno. Non avevo niente da chiedere, avevo da fare, avevo da occupare, avevo da pensare. Ormeggiò chi è causa di questa gita fuori dagli schemi. Il rimando ad una canzone amata, un colore preferito, un sogno ricorrente, un gioco all’aperto, un film sentimentale, un viaggio tanto ambìto, un imprevisto messo in conto, un libro appena aperto, un aneddoto sciocco, una notte quasi bianca, una paura disattesa. Una piscina piena d’acqua e deserta, sia dentro che fuori.
A buon intenditor.
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lunedì 11 agosto 2008

Desiderio

Ho ferito con una spada. Volto la testa all’indietro, ha l’utilità di una brutta giornata. E torno a voltarmi. Non conosco rimpianti. Damocle mi ha regalato un fiore che tengo sempre tra i capelli, all’occorrenza si sporge in avanti e mi sussurra le parole di un ragazzo. Le parole di una sera non tanto lontana, che anche tra 50 anni non sarà troppo lontana. I miei pensieri sono la mia spada e le parole non tanto lontane la mia cicatrice.
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domenica 10 agosto 2008

In posa

Persa una certa abitudine e scardinati i picchetti. Lo so, è più che chiaro e lo dico spesso, facciamo che così mi fermo. Prendo solo le ultime pose offerte, alcune note, altre solo immaginate, e poi mi fermo. Quello che vedi mi interessa, ma è troppo facile. Io mi annoio facilmente, lo sapevi? Invece è difficile immaginare quello che pensi. Io dico che è una donna in piedi sotto l’insegna di un negozio. Ci scommetto. Va bene, mi fermo. Però dimmelo tu.
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Discendente

Il piano terra non era granché, meglio di niente. Una stanza riservata, una questione di famiglia, principi malati ed affetti quasi sani. L’avrebbe reclamata una sorella, fosse stata più furba. Rimase abitata fino all’86, poi fu destinata a ferri da stiro e coperte all’uncinetto, che sanno di giallo solo a guardarle. Dei cuscini con sopra Pierrot a far da cornice al quadretto. Una sveglia del ’51 sul comodino, martelletto e piatti inclusi. Ho ancora il pavimento negli occhi.
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martedì 5 agosto 2008

PB (prova)

domenica 3 agosto 2008

Schiarito

Eppure guarda che l’avrei detto che l’assenza conta. Appoggia teorie strane e confuse sulla presenza, sui segni (nell’uliveto), sull’andare via e sul tornare. Teorie che ho ascoltato una volta, che ricordo bene, che inventasti lì per lì. Mi misi a ridere. La vacuità colora i flebili principi e vanifica i però. Diluisce, decomprime, scolora. La tecnica dell'acquerello chiede la tua mano. Daydreaming di Homer Winslow.
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Acqua in vino

Mi ha teso la mano e mi ha tirato su. Sulla terrazza, sdraiata all’insù, guardo le stelle e vedo l’universo. Ho una foto su quella terrazza, sono di spalle al parapetto, appoggio le mani sul marmo ed un braccio mi cinge la vita. Era mattina, ero appena tornata ed ero già in partenza.
Sono un’evasa e, a parte il mio complice, nessuno lo sa.
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Croce

La mia vicina di casa piange tutte le notti. Ed urla. A volte parla e nessuno le risponde. Dice “mi fai almeno parlare?”. Delle pause di silenzio e poi ricomincia. In linea d’aria 20 metri. In linea di massima un buco nero.
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venerdì 1 agosto 2008

Tacca

Un bicchiere di plastica dura e trasparente con Silvestro impresso, poco più che trasferello. Una cartella rosa, plastificata, degna di qualche principessa dimenticata nella torre. Poco altro. Molto rosa. Poca quiete. Il vuoto dentro la cartella aveva un senso. Quale? Certe mie zie odorano ancora di naftalina. La paura, relegata sotto un banco, dentro uno scatolone, si era travestita da pastelli colorati.
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Misura

Si può scrivere un sospiro? Ma non di quelli di sollievo, dico quelli che servono per ritrovare un fiato che manca, per scovare un’isola che c’è ma non si sa dove. A nascondino non mi piaceva nascondermi, preferivo cercare e stanare, perdere fiato ed energie. Quando non volevo farmi trovare invece non c’era verso, né rima. Sono protesa verso qualcuno ed ho un filo legato alle spalle; senza il rischio di romperlo non c’è progresso.
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