mercoledì 25 febbraio 2009

Colore

Quello che ho è un pensiero regalato a notte fonda, un affetto incondizionato, svincolato dalle mie noie e i miei capricci, individui incredibili che fanno il mio buono e cattivo tempo, tesori che sopportano tutte le mie insicurezze ed apprensioni. E una bambina che mi prende per mano e mi porta via, dove i rumori ci sono ma non si sentono, le luci servono solo per guardare le ombre sul muro, la realtà è tutto quello che non si vede e non si tocca. Si preserva la mia grazia e io non perdo mai di vista il mio colore.
.

lunedì 23 febbraio 2009

Orlo

Questa canzone mi ricorda qualcosa, chiudo un attimo gli occhi. “Cos’hai?” l’altro ieri ho visto un gatto che attraversava la strada, era un sogno in bianco e nero, ha a che a fare con un racconto. C’era la festa degli alberi di rose gialle, talmente carichi da aver piegati i rami, dall’odore tenevo a fatica il respiro, e ruote di cavalli di plastica come le giostre di tanti anni fa. C’era l’ultimo protagonista dei miei sogni ed era seduto sulle scale di casa di mia zia, guardava il foglio che teneva in mano e cantava questa canzone. Ero a metri di distanza, ma so cosa c’era scritto. Glielo vorrei tanto raccontare.
.

Mollica

Nell’atrio pieno di riflessi d’acqua quando vado via non c’è mai nessuno, solo il custode ogni tanto passa immerso nel suo viavai, per chiudere tutte le porte. Ero quasi arrivata all’uscita principale quando sento una voce impostata, col tono di chi ad una parola ha pensato per ore, che mi dice “ascolta”. Le intenzioni valgono tutto e rendono tutto più facile o più difficile, a secondo dei casi, ma fanno la differenza. Questi due occhi verdi non hanno pudore, hanno sonno ma devono partire, sono di chi cambia umore e lo dà a vedere, lascia un regalo e non ha altro da dire.
.

sabato 21 febbraio 2009

Fegato

Una cupola di luce nell’angolo in fondo a destra, colori e forme prendono vita e si evolvono non nel tempo né nello spazio. Violenza e velocità tagliano il buio a cinque metri dalla terra, verdi, forti, incontrastate, vicine. Un uomo ha un megafono, urla e dalla parte opposta del cono irregolare due gambe senza testa si dimenano, tradite dal passato e dal presente senza forma. Subito dopo una mano prende un coltello ed uccide la consuetudine, una caffettiera. Da questa parte respiro, contemplo, schernisco, imparo, ammiro, prendo atto, non sogno. La gamba destra del guerriero era un serpente con la bocca aperta, alla sinistra una firma rossa.
.

venerdì 20 febbraio 2009

Uva

Se non mi vorrai non m’importa, lascerò le mie mani nel cortile del tuo palazzo e scenderò le scale pensandoti ancora. I giorni della fiera sono volati via con il mio fermaglio di farfalla ed i tuoi scherzi sono ancora nella mia macchina, ce li ho portati io andando via nella notte di freddo e nevischio. Ti penso nella mia stanza, i rimedi della nonna non funzionano sulla mia scrivania, tanto meno i ripari senza pioggia sulla mia testa. Vorrei che fossi qui e penso proprio a te, ora, nella mia stanza.
.

martedì 17 febbraio 2009

Ragazzina, acqua e pennacchio


Enrico Prampolini - "Figura nello spazio" (1937)

lunedì 16 febbraio 2009

Giallo oro

Nasce in basso e sale, corre a spirale, velocemente su, fino alla testa. Brividi e muscoli tesi, ambra nei colori, tepore e afa. Galassie e nebulose di luci negli occhi, soffi sottili in folate di vento, parole bisbigliate su capelli sparsi. Morse senza tanti alibi e tracce di sale minerale lungo tutto il tratto. E’ mossa e non è a conoscenza di prove né a sottoposizione di precetti. Vive di vita propria, per mia grazia.
.

domenica 15 febbraio 2009

Blu (un anno)

Un’immagine e lo stesso identico colore.
I contorni sono delle finestre da cui vedere le sfumature dell’inverno scorso.
Proponi tratti lunghi e decisi, buoni per la colazione, dopo io ho un desiderio.
Nel mio blu le matite servono eccome. Facciamo a metà.

.

giovedì 12 febbraio 2009

Foce

Conosco un pesciolino
che a forza di nuotare
scoprì d'esser vicino
a dove dorme il mare
E il mare è così grande
la notte così scura
non puoi contar le onde
e mette un po' paura
Però quel pesciolino
raccolse il suo coraggio
e quando fu mattino
riprese il lungo viaggio


Guido Quarzo

mercoledì 11 febbraio 2009

Fata

Cammino per chilometri in una strada di questa parte della medaglia, dalla periferia colorata e rovente, al centro artificiale, alla campagna silenziosa e parlante. Camminiamo insieme e ci scambiamo le gambe, poi dopo per gran parte da sola, pensando di non stancarmi mai, di andare, guardare e sentire, ma andare, pensare, andare oltre le differenze, le ragioni, le abitudini, le dimostrazioni. Fare tutto solo per propria natura. Ho un’indole senza inquinamento ed un limite senza ritorno, l’ho raggiunto ed ora, davvero, non torno.
.

Lorena

In qualcuno che ti sembra enorme, talmente grande da non vederne la fine, un sacco pieno di sapienza, di esperienza, di affetto, di attenzione, di riguardo, ci credi. Ci credi e non vuoi nemmeno pensare alle riserve, alle delusioni, alle attese, alle scelte, alle leggi, alle regole, ci credi perché fare altrimenti sarebbe assurdo, sarebbe stupidamente prudente. Ci credi perché non vuoi fare altrimenti. E quando cominci davvero a crederci, e non solo a pensare di volerci credere, d’improvviso chiude la porta e mette un cartello. Idealmente ti rimane il sacco, la vista, il miraggio, il ricordo, realmente ti rimane un surrogato di quello in cui credevi. Capita. Amen.

parentesi anomala, stranamente chiara, per promessa mantenuta
.

martedì 10 febbraio 2009

Genealogia

Estia

Una scatola che si apre ed una piena improvvisa contro pareti di diga egizia. Vorrebbe vivere in una foresta fluviale inesplorata, stendersi a pancia in su sopra foglie argento e oro, vedere nient’altro che fronde di alberi mosse dal vento equatoriale, continuare a sentire niente. Me lo dice quasi in un orecchio, tramortita dalle medicine e dalle bestialità. E’ sentir parlare di antropizzazione in un palazzo di ottanta piani, volare in una cassa toracica piena di piume e di pioggia. Lascerà passare questo momento e sembrerà il più lungo della sera, prenderà spazio tra gli arbusti e aprirà di nuovo gli occhi.
.

lunedì 9 febbraio 2009

Filtro

Cosa vedi ora? Vedo il tetto della tua casa ai piedi della collina, vedo tua nonna seduta sulla sedia di spago e di legno buono per fare il fuoco, vedo tua sorella che impara ad infilare anelli di lana con un ferro colorato, vedo tua zia che sgrana fagioli e che chiede perdono ad un signore irriconoscente. Vedo tua madre di fianco ai suoi timori e la vicina di casa che scruta silenziosa ogni fotogramma in successione. Vedo il sole basso dietro la linea dell’orizzonte e la luna che è praticamente già andata via, invocata da altre notti.
.

Combinazioni

In sere così, costruita la zattera ero già in alto mare, senza onde grosse e pescicani in agguato, solo notte e blu scuro, e nessun altro all’infuori di me. Così per molto tempo, senza scegliere rotte e nemmeno vento, acqua ferma. Ad una festa da mangime ho conosciuto un fisico che mi ha raccontato che la saggezza ha a che fare con il moto dell’universo e che esiste una forza ignota che fa allontanare i corpi celesti ad una velocità sempre maggiore, una forza opposta a quella di gravità. E poi che alcune galassie hanno memoria di galassie distanti da loro più del tempo di vita dell’universo. Da alcuni anni ho smesso di costruire zattere, in sere così. Adesso ho un pensiero puntuale: ricordi con assoluta certezza il mio racconto di anni fa.
.

mercoledì 4 febbraio 2009

63 al minuto

Terriccio ed aghi di pino, niente sale. Una sdraio a doghe di gomma rossa, i miei cugini assonnati e l’asciugamano bianco aveva un odore che non ho sentito mai più. Il volante della macchina di plastica dura, il gelato dall’altra parte della strada ed una mano per attraversare. Acqua. La notte prima quasi non chiudevo gli occhi, ma le notti prima non li chiudo tutt'ora. Martina dorme tra le mie braccia come io dormivo tra le loro, e baci nel sonno e da sveglia.
.

martedì 3 febbraio 2009

Sviluppi VI

In fondo non è stato così male, se voglio essere proprio sincera. Avevo immaginato che aprendo gli occhi la luce mi facesse male e che il sole fosse più vicino di quanto non lo sia alla Terra. Niente di tutto questo. Il mondo fuori è quello che di più metropolitano e più ordinario si possa immaginare, alti edifici distratti e vetri resistenti alle intemperie. Le macchine sono parcheggiate sopra i marciapiedi, io cammino sull’asfalto e davanti a me, dove la via fa una curva, vedo un palazzo con su scritto “programma alimentare mondiale”. La foto di cui parlavo tempo fa è ancora con me, ci penso spesso, ma non la guardo più; l’elicottero cerca carburante in chissà quale parte del pianeta e forse, in un domani remoto, tornerà; il via vai c’è ancora, ma ora, qui fuori, è immerso tutto nel tutto e nel niente.
.

Febbre

Ho ritrovato quello che sapevo di non aver perso in una strada dai fiori carminio e blu. Aperto il portone, le guardie notturne mi hanno consigliato di non uscire, ma le notizie non corrono più solo nello spazio, oggi. E la morte non parla. Se la cronaca della mattina è così importante solo per me, non vuol dire che non sia importante. Se una mattina ho imparato a non difendermi, non vuol dire che non sappia difendermi. Ho scritto tanto ed una sera ho scritto, senza nemmeno pensarci, “dolce lenire”. Forse non ci penso solo quando dormo.
.

Cabaret

Il giullare fa le piroette, mi guarda la bocca e lascia i fiori sulla macchina blu. Fa finta di non vedere, poi si volta e sorride, va avanti chilometri, poi mi chiama da lontano, si avvicina, ammicca e accenna una canzone che non sa. Tutto quello che ha è tutto quello che è, di perline perse a bordo vasca ha pieni gli occhi ed il lume della ragione non lo brucia nemmeno un po’. Glielo dico con i se ed i perché, sorride, si volta, va via, dopo un po’ ritorna ed insiste, meglio di ogni altro varietà.
.