domenica 28 giugno 2009

Dedica

Ti avrò dimenticato tra queste mura, andando via da qui sarò andata via anche da chi qui popolava le ore spensierate, di libertà dal mondo. Una mattina, seduta su una panchina ancorata con delle catene ad un albero, ricorderò per caso la mia riserva di stelle e la recinzione, lasciata volutamente aperta, le orme delle cose abbandonate e poi le loro sedi rimaste scarne. Potrei scommetterci i miei occhi per la neve, e poi dopo potrei sperare, come è, di non rivederla mai più.
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venerdì 26 giugno 2009

Hangar

Ci sono stati conflitti dai quali non è uscito nessun perdente e nessun vincitore, e delle sfortune che si sono rivelate fortune, e degli incontri che hanno cambiato il mio modo di pensare. A dire il vero, ho conosciuto qualcuno che usava spessissimo i dadi per poter tirare ad indovinare, il risultato non contava, contava quello che aveva pensato, o al limite detto, senza margini di errore. Io stavo a guardare e cambiavo sotto i suoi occhi, non mi nascondevo, e il soffitto era così alto che sento ancora l’eco delle sue parole dopo aver smarrito i dadi. Non mi conosci, ormai. Ogni tanto penso di voler tornare lì, sotto quel soffitto, a guardare dadi e a far crescere le mie ciglia.
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martedì 23 giugno 2009

Hugues

Benché da tempo non avesse più le mani scrisse di proprio pugno per me. Scrisse zucchero, farina, latte, petali di margherite, ore passate e ferite aperte. Ho visto il cielo d’Africa quando il sole scende e la luce diventa fuoco, nelle parole di un uomo strappato via dalla terra nera. Una delle ultime volte che lavorammo insieme mi chiese se sapessi per caso dov’era finita la Provvidenza, per non dargli un dispiacere gli dissi di mostrarmi il palmo della mano e feci finta di saperlo leggere. La ritroverai in una casa accogliente e dei figli che ti aspettano per la cena, quando tornerai stanco il fuoco sarà già acceso e questi tempi lontanissimi. Sorrise sconsolato e chiuse la mano. Queste margherite sfioriranno di melanconia.
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Ingiustizia

domenica 21 giugno 2009

Piano piano

Nel primo giorno d’estate pensò che in fondo le era piaciuto, che la pioggia nel bosco era come carta dentro la campana ed il suono non usciva, che la baita era ancora fredda e la giacca era stata bruciata prima del tempo, nell’ultimo giorno della primavera. Pensò che come il pontile sopra la roccia delle quattro fontane non ride, ma parla, lei aveva cercato calore nel brodo dentro la pentola ed aveva finito per diventare un ortaggio, un elemento tra tanti che ha sapore, ma non ha accenti. Riprese i fili e tornò a scucire la trama, il protagonista era ignaro e la foto sulla parete scoloriva piano.
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Dossier

A pomeriggio inoltrato decisi di alzarmi. Adesso non so dire se la mente fosse affollata tanto da perdersi o fosse talmente vuota da aver paura, comunque avevo sete. Scesi i primi scalini e mi accorsi che le gambe non reggevano, forse qualcuno nel sonno aveva sostituito le ginocchia con carta stagnola, e poi gli occhi erano pieni d’acqua, e poi ero auspicabilmente sola. Mi misi a sedere e ressi la testa in modo che non rotolasse giù per le scale. Il pianto silenzioso rimbombava da una parete all’altra come se a piangere fossero più di tre me.
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venerdì 19 giugno 2009

Senza ricette

Basta per oggi. Chiudo il pc e riposo gli occhi, resto distesa, passo velocemente da una piazza cittadina del nord Italia ad un panorama in ripresa aerea. Mi si chiude lo stomaco ed il fatto ancor più strano è che mi vengono le vertigini. Eppure nell’orecchio non c’è niente, lo so, pensavo a questo già nella sala d’aspetto, penso sempre a delle assurdità quando aspetto. La dottoressa otorino si è messa a ridere e mentre rideva io pensavo che somigliava alla supplente che venne a scuola per qualche mese quando ero in seconda elementare, si chiamava Wilma. Comunque delle vertigini non le ho parlato affatto, credo di sapere di cosa si tratti.
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venerdì 12 giugno 2009

Cose non dette

Una volta ti ho scritto alle 4 di notte, era freddo e non c’era il mio cane, ti ho scritto per dirti che quando ti ho visto la stagione senza sole ha smesso di tremare. Ho scritto e poi ho abbandonato il foglio nel fondo di un cassetto, tra le spille ed i fermagli, l’inchiostro è ancora lì che aspetta e che spera nel domani. Un giorno saremo alla stazione e prenderò la tua mano, tu penserai ad un gioco, io al tuo mondo che mi tiene lontano, metterò lì dentro la mia lettera e scapperò via, la leggerai in fretta e conterai ogni bugia. Ti ho scritto una lettera che non ho mai inviato, so dov’è ma non la cerco mai, te la darò in una piega del mai e sarà quel che resta dei prossimi domani.
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Risalita

Con dolcezza, come ogni premura salva il polso di un coraggioso suicida, io lancerò una corda senza tenere l’altro capo e tratterrò il grido prima di dover correre ai ripari. Sarò acqua e sarò pane, onda, vento, sabbia, volo da guardare da una spiaggia. Ho tenuto in bocca lo sciroppo di amarene che bevevo il pomeriggio da bambina, il tepore della coperta di mia nonna sulla pelle, in testa il suono del mare la prima volta che l’ho visto, davanti a me il sorriso rassicurante di mio padre quando ero triste. Sono ancora la stessa, guarda bene e non mi lasciare, sono ancora tutto quello che ha bisogno di altro per potersi bastare.
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giovedì 11 giugno 2009

Venere

E’ inverno e sono venuta qui da sola. Mi sono raccontata di dover andare qui vicino, facendola sembrare solo un’occasione. Ogni volta che cammino in questo viale alberato penso a qualcuno che esiste, a niente di irreale, penso ai passi fatti insieme, a volte proprio qui, tra questi alberi secolari. Penso che i cambiamenti mi spaventano, che le lontananze si dilatano, che le trecce si sciolgono e le canzoni restano. Ce n’è una che non posso più ascoltare, quando la sento, per caso, chiudo perfino gli occhi per non sentirla, fino al punto di avere il sospetto che tutte quelle che son venute dopo siano state scritte appositamente per sotterrarla, terra fresca e scura. Ero abituata a tutt’altro.
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mercoledì 10 giugno 2009

"ma il nulla traspare"

“Guardami e dimmi cosa vedi” “un cuore”. La prima cosa che mi venne in mente fu quella storia di tanti anni fa, gliela scrissi per darle conforto, per farla sentire meno sola. Era la storia di una ragazza come lei, scendeva da un autobus e dopo un po’ saliva su un altro. In mezzo tante cose, passare. Tutto passa, Alessandra. Dopo aver letto mi disse di aver pianto “non ti sentire in colpa, ultimamente basta poco”. Assorbo come una spugna, tutto, stati d’animo, silenzi, confessioni, confidenze, metto tutto dentro e dopo mescolo con un cucchiaino. Vorrei poter dire tutto e vorrei poter fare più del possibile, sempre.
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martedì 9 giugno 2009

Amido

Scrivo da una stanza in cima a tanti piani che non vuole lasciarmi andare, andare nelle piazze, nelle strade, nei bar affollati prima di cena. A volte è come se tutto bastasse a sé e niente servisse ai propri simili. Ho in mente dei volti. Un anno della mia vita diventai trasparente e scivolai lungo i corsi dei fiumi per scoprire se è vero quello che si dice, che per ogni goccia persa c’è una strada che si divide, particolari che si perdono, distrazioni che sedimentano, generano e fanno cambiare. I corpi, i gesti, le parole, gli occhi, fanno tutti delle promesse, cerco chi le vede. Di attenzione non ce n’è mai abbastanza.
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domenica 7 giugno 2009

Peccati

Perso tra le strade della tua città ti vedo camminare sovrappensiero e tra i grovigli dei nidi delle rondini tornate da chissà quale cielo intravedere le stelle anche di giorno. Lasci fiori insieme a spine di rovi ed inventi onde di tempeste di sabbia negli occhi rossi delle carovane affinché il vento porti con sé anche le voci. Brucerò senza pentimenti per le pieghe della tua pelle e per compensare farò benedire qualche piuma incenerita, dicono che basti. Voltati, sono a pochi passi e sto bruciando, e non chiedo altro.
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Nello stesso momento

sabato 6 giugno 2009

La direzione

La verità è che non ho un briciolo di paura, dannazione, che trovo sempre e comunque ogni volta la strada giusta per tornare a casa mia e delle parole da non dire farei sempre fasci di fiori da non strappare. La verità è che mi va benissimo come sei e non cercherei di cambiarti per nessuna ragione al mondo e che se mi chiedessi un giorno di arrivare, io partirei domani stesso. E’ che le mie parole hanno un senso tutto loro, che il mio, di senso, in definitiva, è racchiuso in quelle non dette, che la mia mano è tesa e disarmata e racconta più lei di ogni altra possibile storia. Non devi dispiacerti, ho trovato già la strada giusta per tornare a casa mia. Forse tra poco non mi sentirai più, ma la cosa più importante è che io non cambierò la mia idea di te.
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Adorabile

Una sorpresa, un cuore, poche parole e in un minuto sono già in cima a tutti i pensieri. Un vento fresco entra dalla finestra aperta stasera, qualcuno ha detto che la stanza al sesto piano di una grande città può essere anche una prigione ed io mi sento la persona più importante del pianeta. Controllo il movimento delle costellazioni con le mani, navigo nei desideri e trattengo il fiato finché posso. L’esatto divenire, moderato e contenuto, degli eventi adesso è un foulard perso alla stazione da una donna distratta dal suo amore; io sono adesso. Quello che sento è racchiuso in tutto quello che mi si vuol dire, e stasera, incatenata dai pensieri, sono stata medicata dalle parole.
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Breccia

Se potesse bastare essere solamente come sono non chiederei altro e non sarei mai triste. E non ti penserei notte e giorno. Non vedevo il mio vicino di casa credo da due anni, oggi mi ha sorriso e mi ha fatto una domanda, gli ho risposto come una madre risponderebbe ad un figlio, poi mi sono messa a ridere, e lui mi ha detto che anche solo altri due giorni sarebbero stati troppi per questa lontananza. E io ho pensato di nuovo a te. Se potesse bastare essere solamente come sono non basterebbe tutto il cielo per buttare via questa tristezza.
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giovedì 4 giugno 2009

Dancer in the dark

La mia gloria non è qui, è lì da te insieme alla mia vita. Hanno portato via gli occhi, ma non sanno che io posso volare anche di notte, che le luci accese delle città sono zingare bugiarde e stanche delle loro stesse bugie. Allora copriti gli occhi pure tu, vita mia, un nuovo sogno è pronto per nascere, una nuova lente sarà buona solo per il fuoco ed un altro cerchio si sta chiudendo proprio per te. Ho camminato lungo i binari della ferrovia dei treni che venivano da est, ma sono stata attenta a non farmi trascinare via, lontana da te, vita mia, e da stanotte quei treni sentiranno la mia mancanza. In questa ultima stanza mi dicono di usare la ragione, di comprare un sorso di linfa di salice per mandarla giù così, senza nemmeno poter sentire un fruscio di foglia leggera, un vento caldo sulle guance, un sole appena nato d’estate. Tenetevi pure la mia anima, l’uomo sulla croce era sazio di privilegi.
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