lunedì 20 dicembre 2010

Led

Guardo fuori, attraverso il vetro, nel pensiero niente acqua in questa parte dell'anno. Sono diventata neve pure io. Ed è neve la parola, il fiato, la sagoma di fronte a me al tavolo del bar. E diciamo parole gelate. La neve non ha dappertutto lo stesso odore, né lo stesso colore, ed il biancore rimane sempre meno di quanto si desideri. Per altri campi c'è un nuovo calore, filtri e valvole, e forza motrice che ha bisogno di energia e carburante. Il sangue è un liquido che scorre su altro liquido, si trasporta da solo, credo di sentirlo, nel suo condotto, corre sotto la pelle, sopra c'è il brivido, sopra ancora sono io, che corro insieme al sangue. Ed in tutto questo ascoltare, e dire, e spronare, ogni sacrificio è una conquista. Così mi addormento, e sogno un mondo in cui non accade nulla che non dipenda da me, e sogno me stessa che sogna.
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mercoledì 8 dicembre 2010

Di altri lacci

Dicembre non aiuta, specie se le cantine fumose portano altrove, ma nelle frasi di alcuni poeti si può sentire l'odore del sole, e lei lo sa. Cerchi un motivo e non trovi la ragione. Ma, ricordi? Hai tolto dagli occhi un po' di cielo per una coperta calda di fattura industriale, hai levato di torno i calendari pieni di tempi per imparare, giornate da passare da solo ad aspettare, date segnate di rosso per chi partiva. Ma, vedi, in certe stanze le tende continuano a parlare, e di certe piazze la gente come noi non può fare a meno, ed in certe serate gli occhi continuano a pensare che un po' di cielo le tende lo lasciano ancora anche vedere.
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domenica 28 novembre 2010

Ricino

Fumo di foglie secche e niente arrosto, dice chi non conosce il detto, dimmelo tu com'è. Io dico che è come quando impari a non fidarti perché scopri che esiste un mondo fatto di altro rispetto a te, di gente che fa solo quello che si deve fare e non conosce passione e nemmeno il rispetto di sé. E nemmeno una poesia di Prévert. L'effort humain n'a pas de vraie maison, cerca di imparare, Un ramasseur de conscience avec un directeur de mégots, in futuro non darti in pasto al niente, all'atrofizzazione del tuo cervello. Il coraggio delle idee viene prima di quello delle azioni e le parole sono importanti, veicolano i pensieri. Il coraggio delle idee viene prima di quello delle azioni e quello che prometti è importante, se qualcuno si fida di te.
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mercoledì 17 novembre 2010

Ago di pino

Tra strade perdute e cieli su cui non si può contare, sta tornando a casa. Eppure deve esserci stato un momento, l'istante esatto in cui ha avuto la certezza che non sarebbe finito niente, che come tutto si trasforma nella fisica, anche qui da noi, in una scatola piena di sassi tutti uguali, ci sarebbe stato sempre spazio per parecchia sabbia. Torna a casa per poi riuscire, andare a spalare tutta la poltiglia fangosa sul ciglio, appianare le buche, comprare riverenze e poco più, ascoltare le stesse parole troncate alla fine e non dar retta agli amici di sempre. E continuare a sperare.
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sabato 13 novembre 2010

Risveglio

Un sole tiepido, lontano dalla città. Un grandangolo ed una donna che si sveglia, un ricordare il perché. Almeno nel tragitto fino a qui, ed ora qui, nell'ombra del muro della prigione, uomini guardano dentro, cercano un fratello o un padre persi da sempre, la domenica mattina. Ad ognuno qualcuno deve aver insegnato il silenzio, penso. La città cova numerose paure. Dopo un secondo è ricordo già lontano, sto andando in stazione e sono in ritardo. A Simone non l'ho mai detto.
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domenica 10 ottobre 2010

Ci sono ancora

Ci sono ancora, anche se scrivo più di rado, penso sempre, appunto qualcosa, quando ho tempo poi rileggo, e ripenso, e riscrivo. E qualche volta dico. Poi magari torno alla mia scrivania e riprendo la mia agenda. Qualche altra, qui, racconto. Racconto di tutti questi cuori, in file chilometriche, dietro luci metropolitane, dentro le stesse vite uccise. La ragazza della tavola calda ha ogni giorno lo stesso sorriso, ogni sera lo stesso pensiero, chiede ogni volta la stessa cosa alla stessa ragazza seduta allo stesso tavolo, che scrive lo stesso libro da mesi, che nessuno leggerà. Poi trovo qualcosa, e mi allontano dall'intento, a volte trovo qualcosa proprio in casa mia, qualcosa a cui non ho mai dato le chiavi e nemmeno una porta, qualcosa a cui nessuno ha mai spiegato come uscire, qualcosa che basterebbe solo salutare. E divento solenne. Saluto i tuoi misteri e i tuoi occhi distanti, le tue lacrime incatramate, le tue riserve, il giorno in cui mi scrivesti e quello in cui non lo facesti più. Saluto tutte le volte che andrai a capo ed anche il tuo inverno che non vedrò. Ed accolgo un nuovo blu. Sarà che siamo come l'acqua, entriamo nelle vite degli altri in ogni attimo che ci è stato regalato, in ogni anfratto offerto, in ogni piega delle mani, facciamo promesse senza dirle e quando capiamo che ogni singolo momento merita almeno un nome, ce ne andiamo mestamente, come fa l'acqua, a trovare qualche altra vita da alluvionare. Io vorrei sempre dare una forma a tutto, come una somma di immagini, di tempi, colori e luoghi che si inseguono, come la mente che cerca di metterli in fila e non ci riesce, come chi cerca di metterli in un cassetto e spera che rimangano lì, ad aspettare nuove mani. Un nuovo blu. Blu è una voce blu da tenere a mente, è una nota che resta a chi ne ha cura, è uno sfiorarsi, sei tu che mi stringi su una panchina nella piazza di un paese di anziani, un suono di orli di bicchieri, una storia raccontata prima di andare. Ed un sentire chiamare il proprio nome anche solo per desiderare di non andarsene più.
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domenica 3 ottobre 2010

Parla con me

E' un anno in più, o in meno, chissà dove sei. Con il mio coraggio, mischiato alla carta, ci faccio una barca, arriverà dove sei. Con te ho capito di essere grande, in un giorno di dolore, ho visto Colonne d'Ercole cercare ripari o almeno un aiuto per non far più fluire nulla che non fosse te. E credo di ricordare un ultimo ricordo, quello che il mio cervello ha deciso di riservare per me, che nessuna foto può inquinare. E credo di pensare a come eri quando ero ancora una bambina, che quando ho capito di essere grande, tu già chissà dov'eri.
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sabato 2 ottobre 2010

Reminiscenze

"Vi è un posto dove non c'è terra, acqua, fuoco o aria, né condivisione di spazio infinito, né questo mondo, né un altro mondo, né entrambi, né il sole o la luna. Là non si va, né si viene, non si muore né si nasce. Non è qualcosa di fisso, non si muove, non è fondato sul nulla. Esso, in vero, è la fine del dolore".
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Agglomerato del Nord

"...non mi piacciono quelle riunioni dove dicono "dov'era Dio quando noi morivamo?". Immagini una partita di calcio con una squadra che si comporta in maniera scorretta nei confronti dell'altra. I primi prendono a calci i secondi, segnano in fuori gioco e aizzano i tifosi alla rissa. I corretti si guardano attorno stupiti che il direttore di gara non stia intervenendo. Ma l'arbitro è in buona fede. Lui è certo di essere assolutamente imparziale poiché ignora i primi come i secondi. E' il suo modo di essere onesto. Sarebbe stata più sincera la nostra storia se quel giorno Dio avesse lasciato che Abramo uccidesse suo figlio. Poiché per il resto dei secoli è andata così."
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mercoledì 29 settembre 2010

Quantistica

Tratterrò luce e sonno, tu, rapita un'anima, lascia il riscatto dentro l'automobile più vicina e scappa via. La pazienza degli altri mi affascina di più della mia, rimanere per non credere ed associare viti e bulloni senza cassetti da riparare o articolazioni da ricomporre, mi fa sentire bene. Qualcuno ti direbbe di stare attento, che se prendo il comando porto al collasso, d'altronde so a memoria l'Interpretazione di Copenaghen, più qualche altro accorgimento. Quindi, se vuoi, posso dirtelo pure io.
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sabato 18 settembre 2010

Da prima di domani

Una barca di legno oscilla, il fiume la porta, senza remi e con la testa all'insù guardo scorrere le stelle, qualche pianeta ed un aeroplano scambiato per astro. Ascolta bene, Daniele: quel che non è stabile per definizione, visto da qui lo è ancor meno, per salirci bisogna affondare, in punta di piedi o Sturm und Drang è uguale, prendo da mangiare tutto tranne che il cuore. Quindi, destabilizzare, vorrei poter dire piuttosto distrarre, nella mia concezione di assoluto è donare senza chiedere ed una promessa senza proferir parola. E dire come mi sento un secondo dopo il primo saluto. Anche solo per questo saresti quel che vorrei, se non volessi quello che voglio.
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domenica 5 settembre 2010

Nicto

Si svegliò. Pulì con il palmo della mano il vetro appannato del modulo e guardò fuori. Gambe in ogni direzione, a passo svelto, aprivano ad ogni movimento varchi in un'enorme spugna gialla che si richiudevano subito dopo. Non aveva più voce, in compenso una cicatrice dai bordi rosso fuoco bisbigliava continuamente in gola qualcosa di vagamente comprensibile. Allungò il braccio destro verso la tasca posteriore e tirò fuori il suo taccuino di pelle sintetica, ogni pagina era già piena di parole da cima a fondo e da giorni aveva ormai cominciato a scrivere tra una riga e l'altra, con l'accortezza di saltarne una ad ogni capoverso. Dove, in che giorno;
la sete dell'era riposa indisturbata nelle bocche immortalate nella foto di quando arrivai.
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lunedì 23 agosto 2010

Mela delicious

Confido in te come rimessa in cui deporre le derrate, vado a farmi un giro e poi torno, apro la serranda e stipo di nuovo, chiudo senza lucchetto, non ti puoi lamentare. In quel bar proprio all'angolo, tra l'insegna e la porta, c'ho visto quel che voglio. Nella ghicciaia hanno conservato un esemplare di alieno giunto per sbaglio, puoi credermi. E la mongolfiera col pagliaccio si allontana a passo svelto, ho le corde ancora in mano, devo decidere se mi dispiace, ma guardalo come salta felice con in faccia i primi segni della peste. Mi sento bene e la novità non è che parto, ma che so esattamente quando torno.
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lunedì 16 agosto 2010

Viva

Precipita qualcosa dallo spazio, entra in atmosfera e brucia. Inarrestabile (nella volontà) ed imminente, prende il comando. Come un malato terminale, mi lascio investire e assorbo ogni goccia di sangue che cerca la luce. Il coraggio fa pensare intensamente ad una risposta e fa proferire il suo preciso contrario, presenta il quadro come farebbe un perfetto purista e subito dopo, al commento, si tappa le orecchie e canta. E canta a chi non dovrò dire, se non mi andrà. Brucio di più ed al doppio della velocità.
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venerdì 13 agosto 2010

Tutto a posto

Partendo dal presupposto che interpretare discese e salite già non è da tutti, come prima cosa ricordo esattamente una scala mobile, ero io quella in salita. Credo fosse una domenica, e comunque molto prima che venissero installati telefoni indiscreti, interpellati vigili senza fischietto, percorse strade silenziose, scoperti mausolei secolari. E molto altro, che non ci si crede, in un numero di giorni che non raggiunge le due cifre. Stanotte raccolgo i pensieri in un cerchietto e scrivo come non faccio mai, decido che c'è solo da lasciare fuori la porta qualche libro, versi rovesciati ad asciugare, e notti insonni. Poi buttare la chiave ed uscire dal retro. Vorrei solo trovare il modo.
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lunedì 9 agosto 2010

In rame

Devo aver vissuto un giorno triste di cui ricordo solo un tappeto di nuvole ed il sole di fianco, ho pensato mentre andavo a lavoro ieri. Il cielo era proprio così. Ero ferma ad un semaforo, d'un tratto una donna apparentemente anziana si è avvicinata al mio finestrino con un bicchere di plastica in mano, mi sono voltata e dentro c'era la foto di Gesù. Quando smetterò di pensare come mi hanno insegnato a pensare? La mia sciarpa di cotone blu è già sulla strada di casa.
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sabato 17 luglio 2010

Solo per caso

Sopra, quintali di terra, sopra ancora la neve e poi io, che mi faccio portare, e scorro come scorre il liquido ceruleo sul fondo. Decenni fa, uomini assoldati per l'indispensabile e menti incatenate a mogli e figli, saldavano i tubi ed annaffiavano col sudore, tremavano nel freddo e magari ci credevano pure, costruivano in tutta segretezza la modernità. La loro natura è come la nostra. Avrei voluto dirtelo, perché a volte penso, in tutta sincerità, che tu sia l'unico al mondo. L'unico al mondo a vedere quello che vedo io.
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sabato 3 luglio 2010

Inverno 2010

Il mio alter ego è un uomo ed ha piene le tasche di tappi, gioca a farmi ridere, pensare, lega fili di vite alla rete e lamiere taglienti alle porte d'ingresso. Mi ha raccontato una storia di guerra, mentre parlava di sassolini che schizzano via mi è tornata in mente quella volta che da bambina feci cadere a terra il termometro e mio fratello mi spiegò bene la composizione ed i trucchi delle magie. Quando sono tornata in me aveva già svelato il finale e ricominciato a parlare dei fili dell'alta tensione. Quando andrà via mi mancherà.
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lunedì 7 giugno 2010

Nausea

Decise di farlo quel giorno stesso, all'alba, quando fuori un marito perso prendeva le scarpe di servizio e scivolava lungo gli occhi severi dei guard rail. Anche lui lo sapeva, senza doverselo far dire, erano bastate poche occhiate per decidere che il destino gli aveva teso la mano e che uno strano dio gli suggeriva la presa. Il dio dei cattivi. Sapeva che non sarebbe sopravvissuta, ma la missione non prevedeva ripensamenti e la vita non valeva così tanto. Sapeva che nessuno l'avrebbe mai perdonata, che avrebbe dovuto mangiare vermi, ma la vita non valeva così poco. Le spareranno contro.
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sabato 5 giugno 2010

Prof

Conserva pensieri ed ore trasformate in note, canzoni, parole, dediche. Che non si dica agli spettatori rimasti fuori, che rimanga tra noi, che la sera incontra strani filosofi e donne infelici, che noi restiamo dove ci siamo fotografati mesi e mesi fa e che ci guardiamo ancora da qui, immaginiamo ancora da qui. E' come tornare a casa da una lunga trasferta. E' come un libro rimasto lì per mesi e riaperto in una notte insonne, ripartire da dove c'eravamo fermati, come se fosse successo un attimo prima, il tempo di bere una tisana, torno subito. Una volta mi hai detto “Io sono qui coi miei perché e guardo la pioggia che risbatte. E tu sei qui, vicino a me, tossisci e cerchi le risposte, perché a novembre tutto è distante”. E stanotte non è nemmeno novembre.
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domenica 23 maggio 2010

La cura

Voglio un quadro con una sedia gialla, una casa piccolissima ed un tappeto morbido, boschi solo da pensare ed una voce stonata che sogna di saper scrivere. Se me lo dici tu di dormire chiudo gli occhi e già lo so, che la notte parla con te e mi lascia stare, che in realtà l'elefante che veniva a trovarmi quando ero bambina non esisteva. La pancia piena di buchi ed un suono metallico sulle nocche. Mia zia si alza dalla sedia, scansa la tenda ricamata a mano e guarda chi c'è là fuori, poi qualcosa che non ricordo. Subito dopo la porta a vetri è aperta, c'è una macchina strana ed una paura indotta. Cercherò di ritrovare dei bottoni piccolissimi che mi erano caduti a terra, per ricordare, saranno ancora in qualche scatola.
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mercoledì 12 maggio 2010

Ospite

Disegni di una bambina alle pareti, due beoti tengono in mano dei palloncini per ricordare a tutti l'anniversario della nascita della guardia, babbo natale è passato di qui. Penne e colla in un cilindro rosso ricordano, a chi l'avesse volutamente seppellito nel giardino delle grandi occasioni, che la classe segna un confine: la stick aveva un buon odore, la colla liquida solo per i punti vecchia maniera, per i nuovi rigorosamente pennarelli a tinte forti accanto a calamite pubblicitarie. Propaganda e dottrina, qui. Il mio ruolo in questa gerarchia è ineluttabile e da ora ho deciso che non mi dispiace più, affatto, Ilaria dovrà farci l'abitudine ed anche la sua lentezza d'apprendimento mischiata ad inettitudine. La sciatteria delle idee non merita comprensione, né salvezza. Né fiato. Inciso: le redini della renna hanno campanellini dorati.
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domenica 9 maggio 2010

Guanti da lavoro

Sul mio pianeta preferito non c'è nessuno da incontrare, né vento a cui dare un ruolo da protagonista, lo dovresti sapere. Una sera ti proposi un viaggio sul mio pianeta preferito, tu rispondesti che era l'unico luogo in cui saresti voluto andare con l'unica persona che avresti voluto vedere, con l'unico cuore pulsante ricucito male. Era inverno, verso sera, studiavo diritto ed istituzioni, corruzione di un'anima, rivelazione inaspettata, dichiarazione e smentita. Ed una caldaia per sciogliere il ferro. Non ci vedremo mai.
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domenica 11 aprile 2010

101 anni

Alle navi imbrigliate nel porto e al buio della mattina, quando esci di casa, ci penso ogni tanto. Ma nella città che ho costruito per te ci sono suonatori di violino e luci colorate sul fondo del mare, tu con le mani in tasca cammini solo lungo un marciapiede alberato, e tutti nelle loro case dormono ancora sogni tranquilli, ed i loro cassetti sono pieni di lettere da spedire. In questa pioggia sottile di primavera, al centro di un incrocio a cui ho dato un nome, nella città che ho inventato per te, ho colorato con le tempere ogni albero, inventato ogni colore e comandato ad ogni stella, precisamente e solamente, di chiederti sempre cose nuove da desiderare.
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venerdì 9 aprile 2010

Tutt'altro

Ti vedo, sdraiarti sul letto prima di quanto ti saresti mai aspettato, prima del sonno, ed ingannarlo facendo finta di pensare a lei per caso. So molto di più di quanto credi, so della paura, so della canzone, e di quello che le hai detto. E quello che non le hai detto. Chiudi gli occhi e già sei lì, sotto la finestra e lei che sorride, e subito dopo in una campagna alberata, circondato da gente che non ti approva. E ti vedo dopo, da sveglio, con qualche battito in più. Come sei veramente. Mi si parla di te, e nemmeno l'ho chiesto.
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mercoledì 7 aprile 2010

Sulla terra ferma

"Sei sveglia?"
"Ancora per poco. Che dici?"
"Niente. Ascoltavo "Miramare"...sai com'è..."
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Uno di n

Che poi non te l'ho mai detto, o almeno non ancora, che bisogna fare attenzione, che in una notte di qualche mese fa ho imparato a non calpestare cuori. Anche quelli di persone che corrono sempre da sole, che non raccontano mai, su strade che ogni tanto incrociano la mia ed io penso che vorranno sicuramente raccontarmi qualcosa, anche solo il sogno della notte prima e che poi alla fine mi diranno "ciao, a non rincontrarci mai più". Ed invece capita che si fermino e mi raccontino di più di un sogno in cui il loro cane se ne va, ed io finisco sempre a pensare di non meritarmelo mica, il loro cuore. Di Mariacristina non ho ancora raccontato a nessuno, è sempre sola, su una scrivania proprio di fronte alla porta, vede gente passare tutto il giorno, mentre crocifigge interminabili fogli di calcolo. E forse son stata la prima, che passando non ha tirato dritto con lo sguardo di chi va al patibolo. E forse ho trovato un sorriso come il mio. Mariacristina ha un cuore che ricorda tanto un biscotto di pastafrolla.
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Con dedica

Sul bordo della strada luci colorate e suoni assordanti riuniscono solitudini, menti disordinate e sciatte che hanno dimenticato da anni l'esistenza della Via Lattea. Ambra al volante pare chiedere asilo politico ad ogni incrocio, Federica è dietro, ma mi sembra di vedere la sua faccia, divertita e comprensiva. Mi devo ricordare di tenere bene a mente che i pianeti sono impegnati in un moto perpetuo, ma questo non credo faccia parte dell'esperimento. E non è anche questa una forma d'amore? Pensare a come ci si possa sentire in luoghi in cui io sono solo una straniera, vissuti distrattamente e di sfuggita, in tempi non sospetti, quando nemmeno ancora ti sognavo la notte. Momenti, dove ad Aprile è già troppo caldo per star dentro ed ancora troppo freddo per star fuori.
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lunedì 5 aprile 2010

Date per segnalibri

C'è stato un temporale e voci mischiate al vento, lampi divertiti sopra le storie di milioni di persone per nulla stanche. Per potermi addormentare stanotte avrei bisogno di essere curata, un rimedio studiato per non perdere completamente la bussola o, se non altro, la calamita. Secondo indizio: il quaderno che ti ho lasciato va sfogliato al contrario, perché per puro caso avevo pochi colori in borsa stasera, quindi ho pensato ad un modo diverso, tratti decisi e chiaroscuri da trovare. E lo senti il suono d'orchestra che riecheggia in tutte le stanze? Mentre sfogli le pagine suona solo per te. Proprio come hai detto tu, solo per te.
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giovedì 1 aprile 2010

Condominio con piscina

Guarda che bel condominio, c'è una piscina, ed una ragazza dentro sfreccia veloce, nuota e ride dalla gioia da stamattina, poi si ferma al centro esatto e fa la croce. E che confusione quando cerchi un nome giù ai citofoni fermi da due anni, senza fare danni saltati in aria, e quella ragazza nuota ancora sorda ai fischi dei cafoni, nonostante tutto ride ancora e fa una smorfia involontaria. E la notte pesta c'è quel mano lesta dentro al giardino, e studenti lenti con i cani sciolti beati a fumare, e se passi signorina fai attenzione, dritto è il cammino: con il mandolino nella sua custodia non lo suonare. Sembro un derelitto in mezzo ad un conflitto, invertebrato, con l'ombrello rotto che quel Giove Pluvio c'ha maledetto, canticchiando questa strofa rubacchiata senza ritegno, aspettando giugno e la signorina faccio un disegno.
Aspettando giugno e la signorina come in un sogno.

Gigio

mercoledì 31 marzo 2010

Crespa

Portami in volo al mattino e tirami giù la sera, e regalami una barca senza remi che mi ricordi che tutti i sogni sono buoni. Non mi deludere, non mi raccontare che dio non è morto, ma nemmeno che Achab non ha potuto nuotare, non smettere mai di parlare e di chiedermi favole, disegni e di me che guardo la terra da questa atronave. Ho parlato di stanze e di una strada con alla fine un palazzo in cui non si può entrare, e sono tornata, ho voluto bene e non ho dimenticato, ed ora ho trovato un inganno che a qualcuno ancora non ho confessato: dimmelo tu che devo fare.
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martedì 30 marzo 2010

Da non crederci

Come era il detto della verità che prima o poi viene a galla? Raccontando, mi è stata fatta notare una data, più di una semplice coincidenza. E' stato come un gioco di scatole cinesi. Mi si è aperto un mondo, e persone che conoscono persone che conoscono persone che persone che io conosco, conoscono, mi hanno spiegato che il mondo è proprio piccolissimo. Ma allora, io a chi ho creduto? Chi ho avuto davanti? Racconti e parole nero su bianco. Ho bevuto acqua sporca ed ho anche scritto di scarpe senza lacci per vecchie streghe, sono stata ingiusta senza saperlo. Da stasera comincio a costruire il muro di cemento armato, con le inferriate alle finestre, un tetto solido, che nemmeno l'elicottero vagante mi deve più vedere. Proprio a me, che non merito niente che non sia blu. Chiederò scusa un giorno ad una ragazza abbandonata, che aspetta una seconda o una terza possibilità, che ha tutta la mia comprensione.
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domenica 14 marzo 2010

Una richiesta (tendenza)

Si accendono boschi ed incendiano intenzioni, praticanti ed arruolati al gioco prestano le mani ai desideri. Il puntino rosso in un quadro da restaurare e le stelle di Van Gogh che aspettano in soffitta, il mare che si alza per far posto ai capelli, alle ciglia e alle luci riflesse negli occhi, alle fantasie di una dea. Si sente arrivare la tempesta, c’è caldo e umidità nell’aria, la luna ed il suo moto e le maree non c’entrano niente: comete impazzite si stanno schiantando contro il sole, muoiono dentro il sole, si sacrificano al dio sole. E molto di più di così.
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sabato 13 marzo 2010

Niente oroscopi

Gli embrioni sotto scorta racconteranno di un incontro ai loro discendenti ed una sala d’aspetto dice già al cemento ed ai mattoni che la loro costanza non è andata persa. Ascolta, c’è da riconoscersi in questo bailamme, le strade non portano tutte a me e non c’è altro da sapere, se non che da oggi sarà già tutto diverso ed il mio sorriso ti giungerà ogni giorno in cento pezzi ogni volta differenti, ci vuole dedizione. In una notte silenziosa, su un viale alberato che porta ad una piazza, un ragazzo ed una ragazza imprimono un’immagine che i passi non portano via.
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sabato 6 marzo 2010

Deconversione

Costeggio una campagna, a pochi chilometri da cemento e ferro fusi con il male, su un autobus cuffie alle orecchie e ragazzi che giocano. Sto andando a visitare la centrale elettrica, l’erba ed il fieno. Chissà quali studi hanno deciso che righe bianche e rosse assicurino dagli schianti e chissà se Gaetano Previati lo sapeva. Qualcuno mi chiederà conto di queste giornate limpide solo per me e per Alberto. E mentre penso alle case da ritinteggiare, alle foglie da togliere, agli occhi che affogano, ai mattoni in mezzo alla polvere, preparo. Un giorno andrò via e mi servirà un discorso, non lascerò che tutto vada per il proprio accidente e amen. Sono oltre la mia finestra.
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domenica 28 febbraio 2010

Da Antonio C.

Stretta la cinghia ed inforcato il cannone, ha disfatto fiori ed incenerito i pensieri, ha intrapreso una benevola missione per ogni volta che ho pronunciato il suo nome. Ho aiutato a non far sentir soli e persi, ho lavato la tristezza di chi è deluso, cuce ed ha per luce una sola candela, ho fatto compagnia. Ho fatto bene, ma ho sparato alla sorte, ogni colpa è mia. Qualche cosa è andata persa, ho l'impressione anche qualche ricordo, parole scritte, premure. Il vento ne avrà cura. Questa è una svolta e la annoto qui: la seconda volta, battiti e pulsazioni al minuto. Forse è perché ho conosciuto il mistero, che adesso mi sembra tutto più facile, persino riconoscere, tradurre ed identificare il giusto. Ma non ho pensato nemmeno per un momento che non potesse accadere di nuovo.
Disse una frase precisa lo zoppo che a dispetto degli abili non fu chiamato sotto le armi.
Naima è partita ieri.
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domenica 14 febbraio 2010

Blu (due anni)

Di fronte ad un muro, poco bianco e frecce in ogni direzione.
Alessandro è partito tanto tempo fa e con lui la spensieratezza di una bambina capricciosa e viziata.
Oggi ho tempere, matite, pennelli, fuochi, pennarelli e quarzi. Meno ingenuità e più inganni.
Cerco la verità, nuda e cruda, una verità per ogni colore. Giallo.
Rivendico solo quello che mi spetta, per la mia bontà.

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Un solo finale

Hai ragione, non occorreva convincermi ma mi divertiva osservare l'impegno, c'è sempre una sorpresa dietro l'angolo, un libro da aprire per chiedersi ad ogni pagina come finirà, riporre una sera una serie di promesse dentro ad un bicchiere e stringere la mano a qualche certezza in più. Dietro Piazza Navona c'è un vicoletto silenzioso, non ci passa mai nessuno, la quarta traversa a sinistra finisce sull'uscio di un teatro d'altri tempi, con la porta fatta di tanti vetrini colorati, poltroncine di velluto buono, lampade di legno e plastica nemmeno a pagarla. Catalogo, archivio e salvo ogni momento, penso, mentre salgo le scale con le chiavi già in mano. Nessun posto è bello come casa mia.
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sabato 13 febbraio 2010

Il coraggio

"Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi."

Aldo Moro
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martedì 9 febbraio 2010

Per gentile concessione

C'era una strada tra i palazzi, forse anche un po' di neve a discrezione del pittore, finiva lontano, dove l'occhio non arriva. Ma, se non ci fossi io domani? Lascerei una canzone e poco più

"La mia nave parte e m'allontano piano
e si riavvicinano le mie paure
speriamo almeno che sia calmo il mare
così potrò dormire"

e tutto andrebbe avanti. Il tempo passa così velocemente, porta tutto via con sé. Non lo so, semplicemente accade.
E stasera mi sento strana.
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sabato 6 febbraio 2010

Come per Charlie Brown

Ho una cosa per te, è qui accanto a me, ma aspetto perché so che una volta che sarà con te perderò l'uso del mio piede destro. Scrivo seduta, accanto alla finestra, oggi, fuori piove e ieri sera hai vissuto nelle mie parole, perché sai, quando parlo di me, ultimamente, mi si fa sempre una domanda ricorrente, e solo quando ci sei anche tu non rispondo come dovrei. La domanda inizia con un perché, a cui segue una risposta che dipinge una sagoma blu nell'aria, un paio di occhiali, una mente pensante, un cuore altrove, una voce diversa, un pomeriggio d'estate, un vulcano in lontananza, una foto ed una canzone. Caldo e scuro. Ho un disegno per te, l'ho fatto io per te, è di carta, matita, colore, pensiero e bene.
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Cose nuove

Persa, nelle parole ad incastro ed in tutto quello che è altro, nelle feste a sorpresa che tutti si aspettano e nelle notti cattive sotto un cielo pieno di nuvole, c'è solo una via. Potrei desiderare di risvegliarmi e tornare senza lacrime, senza insicurezze, nei miei racconti di non viaggiatrice se non dentro casa mia. In questo deserto un augurio, spero che non sia mai troppo tardi, per aspettarti, e che un cuore che non ha mai amato continui ad assistermi, alla fermata dell'autobus, ad aspettare solo quello che è giusto, e nient'altro. Un tubo ricoperto di ruggine contiene ricordi stanchi e fantasmi portati avanti ed indietro dal mare sono pronti a tagliare le catene ad un futuro che aspetta solo di essere vissuto.
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domenica 31 gennaio 2010

O.S. & Z.B.

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Primo esperimento

Lo stormo rese neri anche gli alberi e voci di terre lontane si sovrapposero alla mia partenza. Al penultimo posto di questa sorta di nave ripenso al tuo racconto come se vedessi tutto qui davanti a me, adesso.

E non c'era vento e non c'era fame
né un diario di bordo a cui rendere il tempo
e a cui poter parlare
come si parlano i pazzi
quando non c'è più niente da dire
e sulla pedana gli scacchi
vorrebbero solo sparire


Dimmi che le vedi anche tu queste traiettorie strane e tubi metallici color del miele incontrarsi, perdere ogni cognizione, conoscersi e ritornare su ogni passo, ricondurre ogni fiume al suo corso, ogni storia al suo tempo.

E non c'era condanna e non c'era perdono
né ammutinato che ne facesse un dramma
e conducesse all'oro
come si conduce una danza
quando nessuno sa ballare
e la musica nella stanza
vorrebbe solo scemare


Odetta Smile & Zaccaria Blue
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lunedì 18 gennaio 2010

Filo e tela

C'è un secchio sopra il tavolo, io dentro ed una banda che passa per strada, il suono dei tamburi filtra dalla finestra chiusa. Seduta, spalle al muro di metallo, passeggiate e pensieri alberati, guardo verso su ed il cielo è un cerchio. Ci sono dentro fino al collo ed oltre, ho il biscotto di Alice nella tasca destra, l'orologio del coniglio nella giacca e la chiave del castello nella manica, ma sono ancora qui, cieca di rimedi riesco ancora a perdonarmi tutto per merito, sicura che non deluderò nemmeno me. Voglio. La storia del viaggio e della meta la so fin da bambina, ma da un po' so anche esattamente cosa significa. Seduta nel secchio che non voglio portare, guardo la parte più larga senza cercare rimedi, per potermi perdonare ancora tutto.
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domenica 10 gennaio 2010

Quasi mezzanotte

Ogni strada che cerco di ricordare è una discesa, eppure dobbiamo pur essere saliti prima. Non credo di essere poco chiara se dico che la mappa stellare è ancora lì sul mio armadio, una cartolina consegnata a mano ancora nel mio libro, un sorriso e due occhi davanti la statua di qualche valoroso uomo distinto per alti meriti. Ho detto di diffidare e consigliato di non credere quando dicevo il vero, ho letto di una storia clandestina una sera, prima di girovagare per Trastevere sotto la pioggia, e ricordo esattamente i minuti, anch’io. Scrivo solo perché so che non leggerai, “sai cosa mi piace veramente di te?”.
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sabato 9 gennaio 2010

Come è quel che era

Attenzione alla punteggiatura

Radici troppo grandi e tanta ombra, guarda la Terra da lontano. Perduta la bussola legge di barche ed ami, tra le stelle, i pianeti e le meteore, legge e pensa. Raccontami di te e di cosa vedo io dalla mia finestra, di cosa intreccio nei capelli la mattina e che sogni tengo solo per me. Faccio ancora tante domande, ma forse dopo anni la mia metà sarebbe fiera di quello che dico e sono adesso, quasi come io lo ero di lui.
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venerdì 8 gennaio 2010

Coperchio

Dall’ultima stanza pensavo di aver trovato una via, certo fredda ma non credevo dipendesse da me. Bruciore allo stomaco, con la testa sempre dritta, con la mia dolcezza, tastai il fastidio: polpastrelli umidi e come se niente fosse. Ho uno squarcio fino allo sterno e le mani rosse, il sangue esce e fa freddo, spegne i colori, perdo le forze e penso al mio assassino. Non è l’intenzione stavolta, è la non attenzione, la sufficienza, l’estraneità ai fatti di chi colpisce a morte senza muovere alcun muscolo.
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