domenica 31 gennaio 2010

O.S. & Z.B.

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Primo esperimento

Lo stormo rese neri anche gli alberi e voci di terre lontane si sovrapposero alla mia partenza. Al penultimo posto di questa sorta di nave ripenso al tuo racconto come se vedessi tutto qui davanti a me, adesso.

E non c'era vento e non c'era fame
né un diario di bordo a cui rendere il tempo
e a cui poter parlare
come si parlano i pazzi
quando non c'è più niente da dire
e sulla pedana gli scacchi
vorrebbero solo sparire


Dimmi che le vedi anche tu queste traiettorie strane e tubi metallici color del miele incontrarsi, perdere ogni cognizione, conoscersi e ritornare su ogni passo, ricondurre ogni fiume al suo corso, ogni storia al suo tempo.

E non c'era condanna e non c'era perdono
né ammutinato che ne facesse un dramma
e conducesse all'oro
come si conduce una danza
quando nessuno sa ballare
e la musica nella stanza
vorrebbe solo scemare


Odetta Smile & Zaccaria Blue
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lunedì 18 gennaio 2010

Filo e tela

C'è un secchio sopra il tavolo, io dentro ed una banda che passa per strada, il suono dei tamburi filtra dalla finestra chiusa. Seduta, spalle al muro di metallo, passeggiate e pensieri alberati, guardo verso su ed il cielo è un cerchio. Ci sono dentro fino al collo ed oltre, ho il biscotto di Alice nella tasca destra, l'orologio del coniglio nella giacca e la chiave del castello nella manica, ma sono ancora qui, cieca di rimedi riesco ancora a perdonarmi tutto per merito, sicura che non deluderò nemmeno me. Voglio. La storia del viaggio e della meta la so fin da bambina, ma da un po' so anche esattamente cosa significa. Seduta nel secchio che non voglio portare, guardo la parte più larga senza cercare rimedi, per potermi perdonare ancora tutto.
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domenica 10 gennaio 2010

Quasi mezzanotte

Ogni strada che cerco di ricordare è una discesa, eppure dobbiamo pur essere saliti prima. Non credo di essere poco chiara se dico che la mappa stellare è ancora lì sul mio armadio, una cartolina consegnata a mano ancora nel mio libro, un sorriso e due occhi davanti la statua di qualche valoroso uomo distinto per alti meriti. Ho detto di diffidare e consigliato di non credere quando dicevo il vero, ho letto di una storia clandestina una sera, prima di girovagare per Trastevere sotto la pioggia, e ricordo esattamente i minuti, anch’io. Scrivo solo perché so che non leggerai, “sai cosa mi piace veramente di te?”.
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sabato 9 gennaio 2010

Come è quel che era

Attenzione alla punteggiatura

Radici troppo grandi e tanta ombra, guarda la Terra da lontano. Perduta la bussola legge di barche ed ami, tra le stelle, i pianeti e le meteore, legge e pensa. Raccontami di te e di cosa vedo io dalla mia finestra, di cosa intreccio nei capelli la mattina e che sogni tengo solo per me. Faccio ancora tante domande, ma forse dopo anni la mia metà sarebbe fiera di quello che dico e sono adesso, quasi come io lo ero di lui.
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venerdì 8 gennaio 2010

Coperchio

Dall’ultima stanza pensavo di aver trovato una via, certo fredda ma non credevo dipendesse da me. Bruciore allo stomaco, con la testa sempre dritta, con la mia dolcezza, tastai il fastidio: polpastrelli umidi e come se niente fosse. Ho uno squarcio fino allo sterno e le mani rosse, il sangue esce e fa freddo, spegne i colori, perdo le forze e penso al mio assassino. Non è l’intenzione stavolta, è la non attenzione, la sufficienza, l’estraneità ai fatti di chi colpisce a morte senza muovere alcun muscolo.
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