domenica 11 aprile 2010

101 anni

Alle navi imbrigliate nel porto e al buio della mattina, quando esci di casa, ci penso ogni tanto. Ma nella città che ho costruito per te ci sono suonatori di violino e luci colorate sul fondo del mare, tu con le mani in tasca cammini solo lungo un marciapiede alberato, e tutti nelle loro case dormono ancora sogni tranquilli, ed i loro cassetti sono pieni di lettere da spedire. In questa pioggia sottile di primavera, al centro di un incrocio a cui ho dato un nome, nella città che ho inventato per te, ho colorato con le tempere ogni albero, inventato ogni colore e comandato ad ogni stella, precisamente e solamente, di chiederti sempre cose nuove da desiderare.
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venerdì 9 aprile 2010

Tutt'altro

Ti vedo, sdraiarti sul letto prima di quanto ti saresti mai aspettato, prima del sonno, ed ingannarlo facendo finta di pensare a lei per caso. So molto di più di quanto credi, so della paura, so della canzone, e di quello che le hai detto. E quello che non le hai detto. Chiudi gli occhi e già sei lì, sotto la finestra e lei che sorride, e subito dopo in una campagna alberata, circondato da gente che non ti approva. E ti vedo dopo, da sveglio, con qualche battito in più. Come sei veramente. Mi si parla di te, e nemmeno l'ho chiesto.
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mercoledì 7 aprile 2010

Sulla terra ferma

"Sei sveglia?"
"Ancora per poco. Che dici?"
"Niente. Ascoltavo "Miramare"...sai com'è..."
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Uno di n

Che poi non te l'ho mai detto, o almeno non ancora, che bisogna fare attenzione, che in una notte di qualche mese fa ho imparato a non calpestare cuori. Anche quelli di persone che corrono sempre da sole, che non raccontano mai, su strade che ogni tanto incrociano la mia ed io penso che vorranno sicuramente raccontarmi qualcosa, anche solo il sogno della notte prima e che poi alla fine mi diranno "ciao, a non rincontrarci mai più". Ed invece capita che si fermino e mi raccontino di più di un sogno in cui il loro cane se ne va, ed io finisco sempre a pensare di non meritarmelo mica, il loro cuore. Di Mariacristina non ho ancora raccontato a nessuno, è sempre sola, su una scrivania proprio di fronte alla porta, vede gente passare tutto il giorno, mentre crocifigge interminabili fogli di calcolo. E forse son stata la prima, che passando non ha tirato dritto con lo sguardo di chi va al patibolo. E forse ho trovato un sorriso come il mio. Mariacristina ha un cuore che ricorda tanto un biscotto di pastafrolla.
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Con dedica

Sul bordo della strada luci colorate e suoni assordanti riuniscono solitudini, menti disordinate e sciatte che hanno dimenticato da anni l'esistenza della Via Lattea. Ambra al volante pare chiedere asilo politico ad ogni incrocio, Federica è dietro, ma mi sembra di vedere la sua faccia, divertita e comprensiva. Mi devo ricordare di tenere bene a mente che i pianeti sono impegnati in un moto perpetuo, ma questo non credo faccia parte dell'esperimento. E non è anche questa una forma d'amore? Pensare a come ci si possa sentire in luoghi in cui io sono solo una straniera, vissuti distrattamente e di sfuggita, in tempi non sospetti, quando nemmeno ancora ti sognavo la notte. Momenti, dove ad Aprile è già troppo caldo per star dentro ed ancora troppo freddo per star fuori.
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lunedì 5 aprile 2010

Date per segnalibri

C'è stato un temporale e voci mischiate al vento, lampi divertiti sopra le storie di milioni di persone per nulla stanche. Per potermi addormentare stanotte avrei bisogno di essere curata, un rimedio studiato per non perdere completamente la bussola o, se non altro, la calamita. Secondo indizio: il quaderno che ti ho lasciato va sfogliato al contrario, perché per puro caso avevo pochi colori in borsa stasera, quindi ho pensato ad un modo diverso, tratti decisi e chiaroscuri da trovare. E lo senti il suono d'orchestra che riecheggia in tutte le stanze? Mentre sfogli le pagine suona solo per te. Proprio come hai detto tu, solo per te.
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giovedì 1 aprile 2010

Condominio con piscina

Guarda che bel condominio, c'è una piscina, ed una ragazza dentro sfreccia veloce, nuota e ride dalla gioia da stamattina, poi si ferma al centro esatto e fa la croce. E che confusione quando cerchi un nome giù ai citofoni fermi da due anni, senza fare danni saltati in aria, e quella ragazza nuota ancora sorda ai fischi dei cafoni, nonostante tutto ride ancora e fa una smorfia involontaria. E la notte pesta c'è quel mano lesta dentro al giardino, e studenti lenti con i cani sciolti beati a fumare, e se passi signorina fai attenzione, dritto è il cammino: con il mandolino nella sua custodia non lo suonare. Sembro un derelitto in mezzo ad un conflitto, invertebrato, con l'ombrello rotto che quel Giove Pluvio c'ha maledetto, canticchiando questa strofa rubacchiata senza ritegno, aspettando giugno e la signorina faccio un disegno.
Aspettando giugno e la signorina come in un sogno.

Gigio