giovedì 23 aprile 2015

Senza rivalsa

Mi ritrovo tra le pagine di un quaderno di qualche anno fa, righe dritte e pensieri taglienti. Potessi dirti tutto, anche che non mi va di confrontarmi con la tua leggerezza, direi voglio essere la tua leggerezza, ma non sarei io a parlare. D'altronde hai tolto il gesso da qualche anno, ma le fratture sono ancora lì tra le ossa, pronte a farsi sentire più delle parole. Ed è così che il pensiero resta imprigionato da qualche parte, le parole non lo guidano ed i gesti non lo fendono. E soprattutto non sarei io a parlare.

Elisa

Elisa scende le scale la mattina per uscire da un sogno di feste ad invito, di agganci e discorsi che le sono di conforto, di parole con suoni avvertiti o solo avvisati. Elisa cammina nel freddo di una città e mentre parla tra sé e me, traccia un cuore in aria e una riga dopo di sé. Elisa sul treno accompagna al galà il suo principe muto, fermo immobile e vivo come un complice, un cavaliere solitario e vigile che combatte e vince il gran torneo ripensando a lei. Elisa sogna e mi prende per mano, poi si sveglia e ride e canta e resta nel pensiero di chi non ha mai cercato altro che lei.