sabato 12 dicembre 2009

Recensione prolissa

Gli altri, tutt’intorno, seduti già o in attesa del loro posto, incatenati ad una strana immobilità, avrebbero potuto essere soldatini di piombo persi una sera d’inverno da un bambino del dopoguerra, o statue senza bocche né occhi rubate all’architettura di un’era remota. Andando via devo aver attraversato il fondo di un oceano asciutto, ricordo solo bastoncini da ardere e foglie di un albero visto in foto qualche tempo fa. Però dev’essere proprio così, se le scarpe sono piene di sale.
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