domenica 5 settembre 2010

Nicto

Si svegliò. Pulì con il palmo della mano il vetro appannato del modulo e guardò fuori. Gambe in ogni direzione, a passo svelto, aprivano ad ogni movimento varchi in un'enorme spugna gialla che si richiudevano subito dopo. Non aveva più voce, in compenso una cicatrice dai bordi rosso fuoco bisbigliava continuamente in gola qualcosa di vagamente comprensibile. Allungò il braccio destro verso la tasca posteriore e tirò fuori il suo taccuino di pelle sintetica, ogni pagina era già piena di parole da cima a fondo e da giorni aveva ormai cominciato a scrivere tra una riga e l'altra, con l'accortezza di saltarne una ad ogni capoverso. Dove, in che giorno;
la sete dell'era riposa indisturbata nelle bocche immortalate nella foto di quando arrivai.
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