domenica 18 ottobre 2009

Parentesi e telecronaca

Seduto sulla sua sedia azzurra, incatenato da anni tra i fili dell’alta tensione, ascolta le solite lagne della ragazza che piace a tutti, perché lei sì che è una grande comunicatrice. Chi tradisce, tradisce sempre, si sa, però certo che le orecchie abbassate e le canzoni da diabete fanno effetto, non ha senso negarlo, nemmeno ai figli che non avranno mai. Torneranno insieme ed in tutti gli anni che verranno lui penserà sempre, segretamente, che ogni giorno è buono per scoprire un nuovo sotterfugio, letto direttamente negli occhi di lei che non ha pudore nemmeno di negare il vero, perché il ritegno non si compra al supermercato. Saranno due persone infelici che cercheranno di compensare come si può i buchi neri lasciati l’uno dal proprio orgoglio e l’altra dall’egoismo, troveranno di nuovo buoni disimpegni, fatti di carne ed ossa, a cui racconteranno, ma senza dirlo mai, di essere buoni. Lui tornerà a farsi trattare all’infinito da parente acquisito, raccolto con pena una sera che era solo e, per grazia ricevuta, inserito d’ufficio in uno di quei gruppi di amici in cui tutti sono simpatici, in cui guai a dire il contrario, in cui guai a pensarlo davvero.
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