venerdì 30 maggio 2008

Rullo

Ogni porta porta ad un’altra porta. Le connessioni giallo oro sono incastonate e nascoste, sul soffitto, praticamente immerse nello stucco. Ad un tratto compare un certo specchio, quello che stava nella camera da pranzo di mia nonna, con i suoi ricci anticati, da diluvio universale. La carta vetrata indugia sulla foto in cui ho la felpa lilla del pupazzo con il plaid. Non fa niente, lo so bene e non le do peso, almeno per questa volta. Proseguo per la mia via e dopo il tredicesimo muro ritrovo il lampadario. E’ proprio lui. Parla come se fosse vivo. Stavo seduta su una sedia accanto alla tenda e aspettavo che nessuno mi notasse.
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