mercoledì 4 febbraio 2009

63 al minuto

Terriccio ed aghi di pino, niente sale. Una sdraio a doghe di gomma rossa, i miei cugini assonnati e l’asciugamano bianco aveva un odore che non ho sentito mai più. Il volante della macchina di plastica dura, il gelato dall’altra parte della strada ed una mano per attraversare. Acqua. La notte prima quasi non chiudevo gli occhi, ma le notti prima non li chiudo tutt'ora. Martina dorme tra le mie braccia come io dormivo tra le loro, e baci nel sonno e da sveglia.
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