domenica 2 marzo 2008

Cinque sensi

Applausi a non finire, col solo effetto dei movimenti convulsi delle mani. Afoni. A scena chiusa, dice a tutti la maschera di sala nascondendo il ghigno, subdola. Spettatori cinici, puntuali ad ogni spettacolo solo perché bramosi di velluto sotto i polpastrelli o di ebano dentro le narici. Il protagonista si guarda intorno tutto fiero, eppure si vocifera tra i paganti che ci senta più che bene. Si autoproclama innovatore di mezzi, lo ripete di continuo masticando chiodi di garofano e ci spende tutte le energie mentre un geco gli lecca via la vista. I mezzi sono solo suoi, senza utilità alcuna. Tristemente è rimasto l’unico a non vederlo ancora.
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