venerdì 21 marzo 2008

Latente

Tetti spioventi e finestre squadrate, trecce che guardano ed occhi che aspettano. Il gatto è l’unico a gradire e gli altri son tutti assorti nei loro pensieri solitari, conservati per bene nei comparti stagni. Si direbbe che le parole abbiano un loro preciso significato e bastino per dire tutto, ma i gesti son pur sempre significanti. Perfino gli oggetti parlano, a volte. Un vinile, un piatto ed una puntina, in un estivo tardo pomeriggio, dicono che se vado via di qua non so quando tornerò. Nemmeno fanno in tempo a riferire di un paio d’ali e di una fiamma, che subito si corre a tappargli la bocca, o quel che è.
Le parole basterebbero, ma non sono mai abbastanza.
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