lunedì 18 agosto 2008

La mia eredità

La filastrocca su chi aveva fame e non rubava aveva il colore del blu e l’odore della polvere dello zucchero a velo. Guardavo dritta avanti verso la porta alla fine del lungo corridoio e le tenevo la mano. “Aiutami tu che io non ce la faccio”. Una retta continua, da tanto affetto per farmi sentire importante a tanto insospettabile senso di responsabilità. Allungavo il braccio e facevo presa mettendo tutta la forza che avevo in corpo, come se a tre anni avessi dovuto tenere io il mondo per aria al punto giusto. Il famoso bastone di cui si straparla lo faceva il comò a metà strada, io ero molto di più. Sono molto di più.
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