venerdì 31 ottobre 2008

Uno Schroeder senza piano

Il vento, o chissà che cosa, mi porta lontano. Un momento vicinissima e quello dopo distante, di una distanza testimoniata perfino da una striscia di mare. A volte immagino di volare, senza mezzi, tanto meno ali, così, io, solo io in volo. Un volo velocissimo, da dove sono verso sud, verso una terra, ma non per una terra, per un re. Per chiedergli cosa mangia a colazione, che cosa pensa di me, a che ora si sveglia la mattina, di cosa parlano i suoi se. Sono una spugna e cerco quotidianità. Fuochi d’artificio e quadri d’autore, ma quotidianità. E parlo di re.
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