mercoledì 26 novembre 2008

Annosità

Sarai un cielo di primavera e ti riconoscerò. Dopo scontri fortemente perseguiti e frasi dette apposta per colpire, dopo che il tempo avrà arato la terra e dissotterrato i semi, torneremo a guardarci negli occhi e a riconoscerci, da estranei. Mi ricorderai di quella sera d’estate, seduti su due altalene, in cui mi hai aperto gli occhi, ti parlerò di quella mattina presto, d’inverno, quando forse svegliammo qualcuno. Ci rideremo su. E ti racconterò di tutti i dopo che non sai. Parleremo senza parlare e saranno gli occhi, a ridere.
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