domenica 30 novembre 2008

Diaclasi

Stasera, alla tavolata, ero seduta di fianco a lei mentre parlava di certe cicatrici, mi son voltata e ho visto i suoi occhi pieni di lacrime. L'avrei voluta abbracciare. Ho distolto lo sguardo e ho fatto finta di non essermene accorta, per non metterla in imbarazzo e per non peggiorare la situazione. Un giorno lontano qualcuno le aveva preso la mano e poi, dopo anni, le aveva rivelato il nascondiglio. Era troppo tardi per fermarsi a guardare, per assaporare quel che c’era ancora di dolce, per non sentirsi dire di mettersi l’anima in pace. Non c’era giorno che non desiderasse. Non c’è notte che non sogni.
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