lunedì 1 dicembre 2008

Marina

Presa coscienza, mi siedo qui, gambe incrociate, senza dover tornare necessariamente dove avevo lasciato. Porto avanti lo zaino da dietro le spalle, lo apro e tiro fuori il secchio che porto con me da un po’ di tempo. Tolgo il coperchio ed immergo le braccia nell’acqua. Chiudo gli occhi. Risuona in testa una memoria, ho sceso milioni di scale dandoti il braccio, una delle mie preferite. Niente di nero, di triste, solo consapevolezza ed accettazione. In fin dei conti, a dispetto della critica, ho sempre voluto immaginare che fosse stata scritta in una giornata di sole, col cuore in pace e felice del trascorso. Mi siedo, chiudo gli occhi e ti vedo, Marina.
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