giovedì 4 dicembre 2008

Direzione

A tutta dritta. Respiro elettricità e sorrido all’autista dell’autobus che mi sorride dallo specchietto d’interno. Quella stessa sensazione. Mentre, nell’ufficio del colloquio, la responsabile del mio diletto mi parlava del lavoro di responsabilità che mi sarei trovata a svolgere, guardavo fuori dalla finestra. C’era un palazzo fatiscente, probabilmente del dopoguerra, con una struttura in ferro sul terrazzo, di quelle che servono per sorreggere le grandi insegne che si vedono fin dall’autostrada. Non c’era più nessuna insegna, e chissà quante anime. Ero piena di me. Mentre scendo respiro a pieni polmoni e non mi volto. Touché.
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