domenica 14 dicembre 2008

Apri gli occhi

Si diceva che a volte addirittura aprisse gli occhi. Arrivai in un androne dal soffitto alto, con al centro una grande scala discendente e marmo chiaro tutt’intorno. Una giornata piovosa, fredda, trascorsa fino ad allora ad aspettare quel momento. Salutai alcuni visi conosciuti di vista, scambiai qualche parola di circostanza con le sentinelle della sera, poi entrai. Un corridoio stretto e lungo aveva visto passare chissà quanta gente e la sua mente era rimasta incatenata a chissà quale dettaglio. Decine di corpi distesi ed inermi che aspettavano l’arrivo della primavera senza troppe pretese, e noi a guardare attraverso un enorme bicchiere di vetro. In una stanza era entrato il cielo stellato e “la legge morale dentro di me”.
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