giovedì 23 aprile 2009

Ticchettio

Velluto, corde rosse, scale senza angoli: palazzi secolari bruciano le spoglie del tempo, studiano dietro i vetri gli stessi censori di sempre con le loro nuove vesti. Mentre guardo una colonna corinzia che piange tra due neon, noto qualcuno che sembra provenire dal mio stesso pianeta; poco dopo, infatti, perdiamo la stessa bussola. Con i fogli di cellofan appesi al muro, sciolti dal sole, ci si può pur sempre vedere attraverso e sulla tela degli angeli che precipitano in un non luogo ci si può perdere di nuovo. Già, in una stanza silenziosa, con la pioggia che batte sul vetro, si può viaggiare senza partire.
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