giovedì 21 maggio 2009

Bene

Mi perdo in poche parole e mi ritrovo a pensare a cosa mi piacerebbe fare, invece. Un viso chiaro, senza segni né particolari, con un paio di occhiali leggeri ed una mimica lenta e misurata, accompagna in giro la mia ragione. Ho altre dieci possibilità e conosco la strada per tornare a casa, ho tutto, ma un viso così porta la neve. Fiocchi leggeri sotto un cielo candido, un vento fresco, pelle e solo luce naturale. Eppure, indosso stivali pesanti e, caricati in spalla i miei pensieri, non dico niente, comincio solo ad allontanarmi, oggi più lontano di ieri e così via. Nei miei mondi non c’è mai folla e non c’è mai civiltà: c’è sempre un luogo incontaminato in cui immergo l’oggetto dei miei desideri che scende piano, che ricopre le orme al mio passaggio, che non mi vuole. Nei miei mondi io sono un elemento terzo, votato alla lima dopo l’incudine, non sorride mai e naviga via, contrario esatto della sintesi di una lettera di settembre di qualche anno fa.
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