venerdì 15 maggio 2009

In postazione

Parlai ad alta voce e lui si girò, sottratto ad altre argomentazioni, credette a quello che dicevo incondizionatamente, poi passò le mani dentro le mie e ci lasciò dentro un ciondolo d’argento. Io parlavo di una storia impossibile e ridevo con la mia collega, evitai di guardarlo fino a quando non decise di rivolgermi la parola, ad ogni modo niente di particolare. Passarono intere settimane e centinaia di volti nuovi, poi un giorno tornò. Parlò del suo lavoro, della sua dedizione e della mia serenità, credeva di sapere l’esatto migrare delle rondini, le rotte tiepide sulle città deserte colpite dalle nuove epidemie. E’ grande e mi racconta tante cose, ma i suoi occhi di notte assumono un altro colore.
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