lunedì 19 gennaio 2009

Isotropia

Domandano all’angelo della mattina. Prende fiato, si siede a terra, si sistema lentamente, poi comincia: “La finestra della sala da pranzo di sua nonna non fece in tempo a diventare abbastanza bassa per i suoi occhi e suo zio, chino nel campo, le sorride ancora quando si affaccia. Alcune lettere dell’altro ieri le dimenticherà su un autobus in un giorno di sole, sarà così che il fondo dell’armadio di una certa camera diventerà lucido come il marmo. In una sera di marzo non credette di poter morire ed una volta, scendendo le scale di casa sua, scoprì di essere importante”. Intreccia sempre senza guardare sette foglie di giunco con le mani.
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