sabato 11 luglio 2009

Statua

Il corpo scende, le braccia vanno in alto e le mani sembrano supplicare, la testa rivolta al cielo vede allontanarsi l’ultimo specchio rimasto in vita. La luce diminuisce e chiudi gli occhi, riempi i polmoni e lasci che il pensiero si annulli, mentre l’angelo torna ad aspettare nel fango, per giocare, come prima di nascere. Raggi come spilli fanno luccicare ancora per poco qualche corpuscolo leggero, si riesce perfino a sentire sulla pelle, ogni piccolo particolare. L’acqua ripristina l’ordine naturale, poi l’ultimo pensiero riesce a salvarmi da tutto il resto.
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